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Isola Catalunia

di Davide Buldrini

Vorrei dire un paio di cose riguardo ciò che sta accadendo in Spagna a causa del referendum (illegale) per l’indipendenza della Catalonia. Non ho nessuna intenzione di entrare nel merito della questione, ma vorrei fornire un’idea originale su come affrontare questo tipo di tensioni, chiamiamole così, neo-regionaliste. Lo voglio fare perché credo che per questioni come questa, che riguardano il territorio, l’identità e la prossimità del governo dei cittadini, sia necessario un approccio nuovo, lungimirante e laterale. Un approccio che, come direbbe Alex Langer (ma anche il mio amico Federico Zappini), non crei muri e scontri ma ponti e scambi.

Dalla Catalunia al Tirolo

di Michele Kettmajer

Federico Zappini, un amico da sempre attento alle dinamiche sociali delle comunità e dei suoi territori anche autonomi, mi ha girato questo post di Davide Buldrini. Buldrini ragiona da tempo su un Europa più federata magari con una nuova ricerca del significato di nazione e di confine e ricorda quali e quanti territori autonomi o alla ricerca di più autonomia ci sono nel vecchio continente. I referendum, cosi con il metodo attuale e in questa epoca ancora sconosciuta e senza nome non restituiscono il senso di una comunità, ne i sui talenti ne le sue capacità di gestire bene il territorio. Un territorio che è soprattutto un bene comune matrice dell’autonomia.

Destra e sinistra. Anno 2017.

di Federico Zappini

Stefano Fait va preso così com’è, non si può fare altrimenti. Un prezioso “rompiscatole”. Un produttore a getto continuo di provocazioni [non è una critica, anzi] che hanno spesso le proprie radici nell’attenta analisi del presente – senza lesinare su dati e approfondito raccordo delle fonti – e sguardo proiettato nel futuro, il tempo nel quale – per quello che lo conosco – si sente certamente più a suo agio. Aspetto, quest’ultimo, che gli rende onore.

Un primo bilancio. Sguardi per abitare il presente.

di Michele Nardelli

Il “Viaggio nella solitudine della politica” dopo una breve pausa agostana si avvia alla sua quarta tappa lungo l’itinerario che percorre il “limes” del nordest italiano, fra Venezia e Goli Otok, l’isola nuda tristemente celebre per aver ospitato il gulag del regime titino nel secondo dopoguerra.
Nel riprendere ora questo cammino alla ricerca di nuovi paradigmi per leggere il presente ed immaginare il futuro, vorrei provare a condividere con voi un primo bilancio, dal “prologo trentino” agli itinerari che hanno attraversato la “Regione Dolomiti”, le Terre Alte dell’Arco Alpino occidentale, Roma e le sue città.