Servirebbe ricostruire nel territorio il senso delle cose… | Incontro con Michele Kettmajer
N 45° 27′ 55.634” E 9° 11′ 11.457” | Trento, Via Sanseverino 95
*Dove? – Impact Hub Trentino, Via Sanseverino 95
*Chi? – Michele Kettmajer è – non da oggi – osservato dell’innovazione tecnologica applicata alla vita di tutti i giorni. Scrive sul Sole 24 Ore, intepretando le trasformazioni delle nostre abitudini (dalla politica ai consumi, ai fenomeni comunicativi). Propone – non sempre ascoltato – alla politica modelli diversi per interpretare il proprio ruolo di fronte ai cittadini e alle cittadine.
*Cosa? – Ci saremmo potuti aspettare una conversazione incentrata sulla pervasività del web, delle tecnologie capaci di influenzare la vita politica (i social network, gli algoritmi e i big data) e invece per un’ora e mezza abbiamo scavato molto più dentro il campo della spiritualità e degli appigli valoriali delle comunità. Nel momento in cui – da non credenti – ci si sente rappresentati quasi esclusivamente dal Papa sembrerebbe materializzarsi un corto circuito irrisolvibile dentro le categorie novecentesche del posizionamento politico. Eppure Francesco è colui che meglio di chiunque altro – che altro? – ha saputo interpretare il mondo contemporaneo, esponendo quotidianamente le proprie preoccupazioni rispetto alle crisi economiche, ecologiche e sociali che attraversano il pianeta dentro quella che lui per primo ha definito la “terza guerra mondiale, per capitoli”. Se i paradigmi da cambiare sono profondamente incarnati nei nostri stili di vita, nelle nostre abitudini individualiste (“Diritti individuali vengono prima di quelli individuali, di una visione universale”) è evidente che ciò a cui dobbiamo tendere è la nascita di un nuovo umanesimo, orientato al benessere collettivo, alla qualità dei rapporti interpersonali, al recupero di coordinate di civiltà che abbiamo perso lungo il nostro cammino dedicato alla “crescita senza limite”. Questo discorso vale anche per il piccolo al Trentino, non al riparo dai flussi globali e dalle trasformazioni epocali che vediamo definirsi attorno a noi.
C’è bisogno di filosofie capaci di restituire visione alle comunità, lì dove agire sull’infrastruttura istituzionale non è più sufficiente. C’è bisogno di essere consapevoli della gravità della situazione per dotarsi degli strumenti necessarie a “ricostruire nel territorio il senso delle cose…”
*Appunti.
Sembra vengano meno i capisaldi dell’anomalia trentina.
Servirebbe ricostruire nel territorio il senso delle cose…
Chi si fa carico della ricostruzione? La situazione è più grave di quanto immaginiamo.
Sguardo verso quartiere delle Albere: “Un quartiere maledetto”.
*Trentino che non sa prendersi cura delle persone (problema sociale).
*Negazione del fallimento.
*Perdita del senso di misericordia.
Teoria economiche e sociali probabilmente non sono sufficienti di fronte a una crisi di civiltà, che tocca il trascendente, la spiritualità.
Diritti individuali vengono prima di quelli individuali, di una visione universale.
Cardinale Scola fa riferimento al post-cristianesimo, come rimettere al centro le argomentazioni etiche. Anima e pensiero devono tornare protagoniste.
Si è fermata la filosofia, lasciando lo spazio alla scienza che pensa di fare a meno del dono, della gratuità, della reciprocità.
I modelli istituzionali (quelli della democrazia rappresentativa) non funzionano e non rispondono alle esigenze di rappresentanza oggi più complesse e sfarinate.
Come aiutiamo la comunità?
All’orizzonte c’è un solo profeta che interpreta il contemporaneo: Papa Francesco.
Come innestare le marce ridotte, quelle della prossimità?
Come attivare la risonanza con gli altri?
Serve scarto dall’esistente. Un esempio la legge sulle quote di genere in Consiglio Provinciale. Le donne avrebbero dovuto/potuto smarcarsi dal pantano dell’aula: “Vogliamo stare fuori da questo potere, non vogliamo averci a che fare…”
La Curia di Trento sta proponendo alle famiglie trentine momenti di lettura condivisa di brani del Vangelo (ospitalità e incontro insieme).