Verso l’itinerario siciliano. Qualche domanda…
Palermo, maggio-giugno 2017
A Michele, Francesco, Giando, Giovanni A., Licia, Giovanni DB
Carissimi, più che carissime,
ecco qualche appunto sull’incontro con Michele del sei maggio, o meglio una prima, immediata, reazione.
Itinerario 3. Roma e le sue utopie quotidiane
5 Luglio – 8 Luglio 2017
Il programma (non ancora definitivo)
Mercoledì 5 Luglio
Forme di altra economia nella città
Ore 17.00
Il co-working Millepiani
A Millepiani, in via Nicolò Odero 13 (Garbatella) Incontro con Enrico Parisio
Ore 19.00
Incontro con Vincenzo Mancino (organizzatori di una rete di produttori agricoltori e allevatori laziali) in Via Domenico Panaroli 35, zona Centocelle
Cena a DOL – Di Origine Laziale
Roma e le sue utopie quotidiane
Città dove si percepisce in modo paradigmatico la crisi dei gruppi dirigenti. Luogo di verifica critica delle nuove forme della politica organizzata, verticale, personalistica, aleatoria, liquida. Luogo che ha trasformato la legalità in feticcio ideologico di una politica vuota.
Roma non può essere amministrata senza una visione, affidandosi solo alla lista delle competenze, perché si viene immediatamente “catturati” da reti di relazione, agende politiche, esperienze, sistemi di valori e corpi sociali che si adattano perfettamente alle rappresentanze che esprimono.
Cercheremo di rintracciare, in questo viaggio, le utopie quotidiane che, con radicalità di pensiero e di azione, ridanno corpo a un nuovo patto di cittadinanza tra le comunità territoriali e le associazioni, che rendono vivibile la città, curandone i beni comuni e le relazioni, producono conoscenza e sperimentano la propria capacità di governo.
Silvano Falocco
A seguito della proposta di Michele Nardelli di un “viaggio nella solitudine della politica” del quale ci sentiamo, come tanti altri, co-promotori, abbiamo immaginato un itinerario romano attorno alle “utopie quotidiane”.
Itinerario 3 – Roma e le sue utopie quotidiane
5 Luglio – 8 Luglio 2017
Il programma (non ancora definitivo)
Mercoledì 5 Luglio
Forme di altra economia nella città
Ore 17.00
Il co-working Millepiani
A Millepiani, in via Nicolò Odero 13 (Garbatella) Incontro con Enrico Parisio
Ore 19.00
Incontro con Vincenzo Mancino (organizzatori di una rete di produttori agricoltori e allevatori laziali) in Via Domenico Panaroli 35, zona Centocelle
Cena a DOL – Di Origine Laziale
Giovedì 6 Luglio
Ore 16.00
La cultura per l’incontro e l’accoglienza
A Moby Dick Hub Biblioteca Culturale, incontro con Gioacchino De Chirico e con la Penny Wirton, la scuola di lingua italiana per migranti, fondata dallo scrittore Eraldo Affinati
Ore 19.00
Incontro con la Scuola Politica Danilo Dolci
A Millepiani, Via Nicolò Odero 13, Garbatella, per discutere insieme del Viaggio intorno alla solitudine della politica con Michele Nardelli
ore 21.00
Cena alla Garbatella da O’ masto
A seguire
Notte a Radio Impegno (dalle 24.00 fino alle 7.00 del mattino)
con Carlo Bramonti, Silvano Falocco e la Scuola Politica Danilo Dolci
Venerdì 7 Luglio
Ore 13.30
L’agricoltura urbana e la ri-abitazione della campagna
Incontro con Carlo De Angelis
ad Agricoltura Sociale Capodarco, via della Tenuta alla Mistica (Prenestina – Tor Tre Teste)
Ore 16.00
Incontro a Spin Time Labs, Via Statilia 15 (Esquilino. Santa Croce Gerusalemme)
Ore 17.30
Come si rivitalizza un territorio dal basso. Alla scoperta del “senso dei luoghi” e della percezione di un quartiere complesso e ricco: Torpignattara
Incontro con Claudio Gnessi
Ecomuseo Casilino (esperienze etnografiche a Torpignattara)
A seguire
Cena all’Art Museo a Tor Pignattara
Sabato 8 Luglio
Ore 11.00
Una conversazione con lo scrittore Eraldo Affinati
Ore 16.00
Incontro con Andrea Alzetta
Ore 18.00
Incontro con Marta Bonafoni
Ore 21.00
Festa conclusiva del nostro itinerario romano
a casa di Sandro Mengoli
Il diario del viaggio romano
Via dalla città
Se mancano le competenze, informazioni e conoscenza come ci dice a Milano Filippo Tantillo (che del programma “Aree interne” è coordinatore), è difficile andare oltre una sorta di sindacalismo rivendicativo di territori ancora chiusi nei paradigmi del passato. Perché quel che viene dal basso e dall’alto molto spesso si assomigliano. Così le rivendicazioni dei territori si riducono alla richiesta di deroghe. Anche questo vuoto è solitudine.
Siamo scesi a Milano, anche se l’ambientazione del nostro incontro è la dimensione rurale di una vecchia cascina nel cuore della città. Alla “Cuccagna” il rischio è che la fatica della montagna non venga percepito, anche se il nostro dialogo si arricchisce di nuove voci a testimonianza che siamo nel mezzo della contraddizione. Visto da qui mi sembra che il pessimismo non possa che prevalere. “Via dalla città” – oltre ad essere il titolo del bel libro di Maurizio Dematteis – è anche una sorta di spostamento di sguardo, un riposizionamento senza il quale l’insostenibilità diventerà rancore, una clava contro chi ci insidia nelle nostre sicurezze.
È quel che facciamo dopo aver avuto conferma che nella città tutto è fuori di “misura”, insostenibile. Anche un piatto di pasta. Ci aspetta un rifugio alpino nel cuneese, dove tutto è più faticoso ma dove c’è qualcuno che questa “misura” prova a ricercarla.
Edolo, l’Università della Montagna
Il rapporto fra città e montagna è dunque il motivo forte di questo secondo itinerario. Lo abbiamo iniziato a Edolo, in Val Camonica. A far bene, forse lo avremmo dovuto iniziare al Tonale, perché anche qui, al confine fra Trentino e Lombardia, quello scarto di pensiero fra diversi modelli di sviluppo appare evidente. I condomini del Tonale e quelli del Sestriere – pur con le dovute proporzioni – non sono poi così diversi. Qui segnano certamente un tempo che ha lasciato le sue tracce inguardabili (che andrebbero abbattute), ma l’approccio con cui ancora ci si rapporta alla montagna non è poi tanto dissimile, fatto di rendita, facile profitto, nessuna attenzione per la natura dei luoghi, omologazione.
Fra il Tonale e l’Aprica, Edolo è una cittadina che prova un’altra strada. O almeno così mi piace pensare visto che qui è nata qualche anno fa, in collaborazione con l’Università di Milano, una scuola per ripensare l’approccio verso la montagna. È Unimont, l’Università della Montagna diretta da Anna Giorgi, che ogni anno sforna qualche centinaio di laureati in “Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano” (http://www.valmont.unimi.it/italiano/home.html). Una scuola che si prefigge la formazione di nuove figure professionali per rilanciare «attività agro-forestali, zootecnia di qualità, produzioni artigianali, protezione dell’ambiente, turismo in un contesto in grado di garantire una migliore qualità di vita per chi volesse operare in tali settori».
Non riusciamo, come invece era nelle nostre intenzioni, ad avere il collegamento con Anna, impegnata a Monaco (recupereremo a breve con un’intervista dedicata), ma la conversazione che si sviluppa fra noi, Sergio Remi del Consorzio Aaster e Patrizio Mazzucchelli, produttore locale della Valtellina che proprio qui a Unimont si è formato, rappresenta uno stimolante preludio di questo itinerario. E, a ripensarci ora che questo viaggio è alle nostre spalle, anche una buona sintesi di quel che ne verrà, fra l’ottimismo di vedere come questi argomenti trovano sempre maggiore cittadinanza e il pessimismo con cui misuriamo la distanza della politica da un nuovo approccio insieme territoriale e sovranazionale. Fra l’attenzione verso le filiere e le contromisure per saltarle. Fra il riconoscere le aree interne e la spending review che non si fa carico delle condizioni di maggiore difficoltà che le comunità montane si trovano ad affrontare.